THE RISING
- Nicola commenta
l'album
Dopo aver letto
i primi commenti ammetto che un po' ero preoccupato. Qualche fan troppo esigente
aveva stroncato l'album tirando fuori mille motivazioni e mille scuse: poco
Clarence, poco Roy, l'E Street band poco valorizata, suoni troppo elaborati,
troppo violino, canzoni poco originali,ecc., altri invece cadevano nell'
inevitabile e immancabile paragone col passato, cioe' che se un disco non e'
come Born To Run o Darkness, e'un disco mediocre ( da cui, se una canzone non e'
come Backstreets o Born To Run non merita considerazione)
Ho comprato The
Rising venerdi' mattina. Dopo tre giorni di ascolto ininterrotto finalmente mi
sono fatto una MIA opinione, anche se ad essere sinceri me la ero fatta dopo il
primo ascolto.
Considerando
che siamo nel 2002 e non nel 1975, considerando che Bruce non e' piu' il ragazzo
spensierato che cantava Rosalita a squarcia gola, considerando la difficolta'
dell' argomento affrontato, considerando che gli ultimi dischi rock erano stati
Lucky Town e Human Touch ( due dischi onesti e niente piu'), penso che THE
RISING non sia un grande disco, bensi' un GRANDISSIMO disco! Pur essendo un
estimatore di Tunnel of Love e di Tom Joad credo che The Rising sia in assoluto
il miglior disco di Springsteen da Born in The Usa in poi (...io, a differenza
di molti, adoro Born in the Usa).
Siamo di fronte
ad un disco intenso, emozionante, profondo. Un disco di grande qualita', con 15
canzoni quasi tutte di grande spessore, quasi tutte significative e molto
springsteniane. Forse ne potevano bastare 12/13 , ma Bruce ha avuto il coraggio
di inserire anche un paio di canzoni "leggere" e lo ammiro anche per
questo. L'argomento da trattare era talmente difficile ed impegnativo che si
rischiava di cadere in una ovvia retorica o in un facile patriottismo. Lui
invece e' riuscito a parlare di una simile tragedia con estrema delicatezza, in
punta di piedi, sempre col tono giusto, mai oltre le righe, quasi sfiorando
l'argomento. I temi trattati potevano far pensare ad un disco cupo e pessimista.
Bruce invece invita tutti a reagire (Come on rise up !), invita tutti ad andare
avanti, invita tutti a cercare di accettare, pur tra mille difficolta', culture
diverse dalla propria, invita tutti ad aspettare un giorno di sole, ad essere
amici e a fare una festa da Mary.
Springsteen ha
riconfermato di essere un genio, sia dal punto di vista musicale, sia dal punto
di vista umano e letterario. Ho letto alcune recensioni veramente deludenti e
assolutamente non condivisibili. Cosa ci si aspettava? Alla fine c'e' sempre
qualcuno che resta scontento.Guardate cosa offre il mercato oggi e pensate a
Worlds apart...nessuno poteva scrivere una canzone cosi' complessa e
affascinante allo stesso tempo. Non voglio essere troppo lungo, mi permetto di
analizzare le singole canzoni:
-
-Lonesome
day: si parte forte, piu' pop che rock, ma il ritmo e la voce di Bruce
convincono.
-
-Into the
fire: una chicca. La canzone parte piano poi decolla in una specie di
preghiera, una sorta di invocazione, un immagine, quasi ad immortalare un
uomo "su per le scale, dentro al fuoco"...promossa!
-
-Waitin' on
a sunny day: una specie di Hungry Heart dei giorni nostri, con un ritmo
orecchiabile e spensierato, una batteria robusta e un coinvolgimento
generale.
-
-Nothin'
man: niente di speciale, ricorda vagamente Secret Garden o One Step Up.
-
-Countin'
on a miracle: tipica canzone springsteniana, trascinante e coinvolgente,
dove i musicisti sembrano trovarsi a loro agio.
-
-Empty Sky:
suono energico e robusto, ritornello orecchiabile, sembra vagamente una
canzone degli U2 (non e'una critica). Una delle migliori.
-
-Worlds
apart: la piu' sorprendente. Mi ha lasciato senza parole. Una miscela tra
musiche orientali e rock. Senza dubbio il brano piu' significativo e
coraggioso. E' sempre difficile invadere campi musicali nuovi o meno
conosciuti. Credo che Bruce ce l'abbia fatta.
-
-Let's be
friends: poteva anche non inserirla. Leggera, orecchiabile e godibile, da
cantare mentre sei sotto la doccia prima di uscire al sabato sera.
-
-Further
on: no comment! Basta ascoltarla e si capisce perche' Bruce e'il Boss! Un
inno al rock.
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-The Fuse:
altra ballata stile U2, qui Bruce riesce dove in passato non aveva convinto
del tutto con 57 channels. I puristi storceranno il naso, ma piacera' a
tanti.
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-Mary's
place: i paragoni con Rosalita mi sembrano azzardati. Il clima festaiolo e
spensierato la renderanno bella e affabile soprattutto dal vivo.
-
-You're
missing: di una profondita' incredibile! La voce di Bruce e' calda e
affascinante. Tra le piu' belle in assoluto
-
-The Rising:
si e' gia scritto molto su questa canzone. Mi piaceva quando e' uscita e mi
piace anche adesso. Penso sia il brano chiave dell' intero album.
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-Paradise:
mi insulteranno in tanti, ma non la trovo cosi' speciale. E' toccante e
molto cupa, ma la trovo troppo lunga e monotona. Forse non l'ho ascoltata
bene.
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-My city of
ruins: e' il brano che preferisco. Lo trovo un capolavoro.
A livello di
musica, c'e' molto Mighty Max ( come sempre del resto), un Bruce caldo e in
forma, molta chitarra elettrica in sottofondo, tantissimo basso (...bravo
veramente Garry...) e molto violino, che personalmente apprezzo. Roy Bittan e
Clarence sembrano messi in disparte, ma quanto sax c'era negli ultimi dischi di
Bruce? I due risulteranno fondamentali nei concerti...lo stile orientale
miscelato al rock di Worlds apart, credo che sia la novita' musicalmente piu'
rilevante e azzeccata della carriera di Bruce.
Concludendo: un
grandissimo disco, vario, intenso, emozionante,significativo e pieno di valore.
Difetti? 3 canzoni di troppo.
Nicola
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