THE RISING
- Ferdinando commenta
l'album
Come fu per
il glorioso Born in the USA , anche The Rising colpisce già dal primo ascolto
com melodie, riffs e ritornelli che restano in testa da subito. Chiaramente i
pezzi più intimistici vanno ascoltati con un po' più di attenzione (Nothing
man ; Paradise ; Missing; My city of ruins). A differenza di Darkness, che con
atmosfere cupe rappresentava anche musicalmente i lati oscuri ed i problemi
dell'America, i brani di The Rising hanno melodie nella maggior parte dei casi
gioiose e trascinanti anche se i testi sono pervasi dal dolore e dalla
tristezza ma anche dalla voglia di andare avanti.
Il sound
dell'album è potente, compatto, diretto con limitate parti solistiche,
che come spesso avviene per i lavori in studio di Bruce, ritrovano buoni spazi
durante le performances live (Prove it all night in passato e la nuova Worlds
Apart nelle attuali esibizioni) ; peccato perchè i vari Nils , Roy, Danny,
Steve e lo stesso Bruce sono tutti degli ottimi solisti. Un esempio recente ,
dell'ultima turnè è il meraviglioso assolo di Nils in Youngstown.....
La parte
ritmica, composta dalla batteria di Max e dal grande basso di Gary, è come
sempre potentissima, precisa, senza molti fronzoli che sinceramente, per il
sound di Bruce risulterebbero inutili e appesantirebbero troppo i brani. Non
mancano comunque alcune finezze tecniche anche nei brani più lenti con una
batteria molto regolare in 4/4 : da notare la rullata tipo marcietta che Max
ha inserito nella seconda parte di Empty Sky che insieme all'entrata del piano
riempiono ed arricchiscono il pezzo che comunque dal punto di vista
strutturale resta sempre uguale.
Le parti di
piano e tastiera sono un po' più limitate rispetto al passato, e svolgono
nella maggior parte dei brani la funzione di tappeti, anche perchè si è
aggiunto il violino di Souzie Tyrrel che ha arricchito ulteriormente il sound
della ESB sostituendosi in alcuni casi a Roy e Danny.
Il divino sax
di Clarence, trova un po' più di spazio rispetto agli ultimi lavori di Bruce
con la ESB, ma niente a che vedere con le varie super-prestazioni di
Jungleland o Spirit in the night ; comunque sempre eccellente. Dal vivo gli
spazi si dilatano ed in alcuni brani è supportato dalla chitarra di Nils.......D'altronde
60 albe cominciano a farsi sentire anche per i super-polmoni di Big Man !
Le chitarre
(ben 3 !) non sono mai troppo invadenti e si alternano ottimamente nelle varie
parti (slide, acustica, mandolino, ritmica, ecc.) anche se, come già detto ,
purtroppo gli assoli sono pochissimi e molto brevi, e da quello che ho capito
tutti eseguiti da Bruce sull'album...... ma dal vivo la
"musica" cambia !
I cori e le
seconde voci in questo album sono molto belli e curati......complimenti anche
a Patty questa volta, che nelle versioni live dei brani da' un ottimo supporto
a Bruce (Empty Sky.....da brividi !) insieme ai soliti Steve, Nils e Clarence.
Per quanto
riguarda i testi.....beh parlano da soli, e come ha già detto Ale il
messaggio focalizzato sugli avvenimenti dell'11 Settembre 2001 è molto chiaro
ed enfatizza molto il bisogno di fratellanza ,fede, forza , coraggio e
speranza anche se non si lascia andare ad un falso buonismo o ad una cieca
voglia di vendetta come sarebbe facile ipotizzare ; in Worlds Apart quel
" restiamo comunque mondi diversi " è un segno tangibile del
realismo che Bruce, in un modo incredibilmente lucido, riesce a far trasparire
anche in un momento buio come quello , pervaso dal dolore, dalla
tristezza.....insomma ,c'è un grande bisogno di unità fratellanza, ma è una
pura illusione che culture tanto diverse e contrastanti possano coesistere in
armonia senza problemi ; perlomeno nel mondo di oggi.
La ricerca
nella fede, nel suo significato più profondo è il sentimento che aleggia in
modo più diffuso nell'intero album. Alcune parti delle canzoni sembrano delle
vere e proprie preghiere (May your strenght give us strenght, may you faith
give us faith, may your hope give us hope , may your love bring us love - Into
the fire). Mai come in questo album i riferimenti alla fede sono stati
così protagonisti.
Per chiudere
il commento generale all'album , per il mio gusto personale ,avrei voluto
l'inserimento di qualche brano più "veloce" alla No Surrender o
Born to run in quanto i pezzi più ritmici si sviluppano su tempi con
velocità molto simili.......giusto per trovare il classico pelo nell'uovo !
Ora l'analisi
dei brani nelle versioni dell'album e live :
- LONESOME
DAY : voto 8,5
perfetto come
pezzo di apertura dell'album , il biglietto da visita ideale del ritrovato
sound della ESB e dell'album ,incluso il violino della Tyrrel .
Suono corposo
,potente ma allo stesso tempo cristallino e pulito. Molto efficaci gli stacchi
di batteria ed apprezzabile il salto di tonalità nel bridge. Le chitarre mai
invadenti riempiono in maniera eccellente tutto il pezzo , in particolare
quando raddoppiano il sax sostenendolo. Dal vivo il pezzo risulta imponente.
L'avrei visto molto bene come brano di apertura al posto di The Rising in
qualche concerto. La voce di Bruce è messa a dura prova dalla tonalità quasi
proibitiva nelle parti alte, ma tiene bene.
- INTO THE
FIRE : voto 8,5
Ballad
potente e struggente, ispirata al grande coraggio dei vigili del fuoco di NY.
Un pezzo da cui trarre forza e coraggio nella speranza che il sacrificio di
quegli eroi non sia stato vano. L'intro con la chitarra acustica/dobro , la
slide ed il violino suonano country, poi il pezzo si apre con l'entrata della
band. Ottimi anche i cori. Peccato per l'assolo solo abbozzato nel finale.
Dal vivo è
apprezzabile il vocalizzo della Scialfa che duetta con il violino prima
dell'ingresso di Bruce insieme alla chitarra acustica in sottofondo. Se
chiudete gli occhi rivedendo il crollo delle torri, la voce di Patty simboleggia
il pianto disperato delle mogli e dei cari dei poveri vigili del fuoco che per
il senso di dovere sono andati contro al loro crudele ed ingiusto destino.
Il resto del brano è simile all'esecuzione sull'album.
- WAITIN' ON
A SUNNY DAY : voto 8,5
Giustamente
ribattezzata la nuova Hungry Heart, per il suo ritmo incalzante, per la sua
melodia gioiosa che è l'appropriato supporto ad un testo che parla di
speranza e ottimismo in mezzo a tanto dolore, senso di impotenza e
frustrazione.
Dal vivo mi
sembra che perda un po' di compattezza sonora forse per l'inizio senza
batteria, ma mi riservo di ascoltarla in "diretta" a Bologna. La
parte corale con il pubblico le fa riguadagnare intensità e gradimento.
Brano
d'atmosfera, riflessivo , introspettivo da ascoltare in silenzio magari mentre
si viaggia in auto di notte in autostrada (.....l'ho sperimentato direttamente
!). Ricorda come stile la meravigliosa One step up e la più recente Secret
garden.
L'arrangiamento
è molto curato. Ottimo il lavoro con la chitarra elettrica e volume fatto da
Nils.
Peccato non
averla ancora sentita dal vivo.....forse proprio perchè sarebbe difficile
ricreare la giusta atmosfera !
- COUNTIN' ON
A MIRACLE : voto 9,5
Sicuramente
uno dei miei brani preferiti dell'album. Pezzo d'impatto, potente, vibrante
che parla di speranza e fede con riferimenti fiabeschi . La voce di Bruce
tocca tonalità vertiginose durante il ritornello. La batteria di max in
questo brano è fantastica con stacchi precisi e rullate che danno il giusto
tiro al brano. Molto bello il solo di chitarra doppiato dal sax di Clarence ed
il bridge con botta e risposta dopo lo stacco in cui resta solo il violocello
a suonare (your kiss, your kiss,your touch , your touch, ecc.).Dal vivo
purtroppo mi sembra che perda un po' di "tiro".....Rimandata al
"real audio" di Bologna !
Altro pezzo
che mi piace molto ; bellissimo il testo , da brividi ! Il suono è
incalzante, compatto, quasi ipnotico, come a rappresentare quella situazione
surreale in cui si è trovato Bruce il 12 Settembre 2001 svegliandosi al
mattino e non vedendo più in lontananza le due imponenti torri che fino ad
allora erano un punto fermo ed incancellabile nel panorama che poteva ammirare
da casa sua. Raggelante, a suggellare l'interpretazione, l'armonica di Bruce
che sembra un grido di sofferenza e disperazione.
La scarna
versione live chitarra e armonica con i vocalizzi incrociati di Bruce e Patti è
da pelle d'oca.........
- WORLDS
APART : voto 8,5
Per questo
brano voglio partire dall'analisi del testo, per completare quanto ho
accennato nei commenti generali del disco : credo sia uno dei testi più
profondi che Bruce abbia mai scritto ; come ho detto sa essere lucido e
realista senza farsi trasportare dai sentimenti e dagli istinti, ma allo
stesso tempo indica l'unica strada possibile ma molto difficile per avvicinare
questi "mondi lontani" : l'amore e la fede ( come predicava qualcuno
più famoso di lui 2000 anni fa......).
Musicalmente
ritengo molto interessante l'intro di Ali Khan ed il suo gruppo che
insieme all'arrangiamento iniziale danno alla canzone un'aria arabeggiante.
Poi entra il rullante potente di Max , le chitarre ed il resto della band che
riportano il suono verso le "corde" più standard del Boss. Il
violino , l'armonica ed il solo finale tengono sempre ad alti livelli
l'intensità emotiva del pezzo e rispecchiano fedelmente il meraviglioso
testo.
Anche nella
versione live il brano tiene bene con un'intro diversa , ma ugualmente
apprezzabile e un paio di assoli in cui Bruce si diverte molto.
- LET'S BE
FRIEND : voto 6
La canzone più
discussa del disco che è anche il più forte messaggio di fratellanza e del
bisogno di voltare pagina con un'aria di voluta leggerezza.
L'arrangiamento soul dimostra ancora una volta la grandissima ecletticità del
Nostro in un genere non propriamente suo. In rilievo cori e tastiere. Bello
l'intervento di sax di Clarence.
Credo che
l'inserimento di questo brano a circa metà del disco rappresenti la volontà
di Bruce di stemperare l'atmosfera un pò seriosa fino a lì venutasi a
creare.
Non è una
canzone che resterà nella memoria dei fans di Bruce......ma perchè distruggerla
solo perchè diversa ?
- FURTHER UP
ON THE ROAD : voto 8
Il pezzo più
rock nel significato più "puro" di questo termine : batteria
martellante , chitarre crunch protagoniste, strofe brevi e melodia
accattivante ; probabilmente derivante dalla cooperazione con Joe Grushecky.
Un "western" rock potente che parla di ottimismo e speranza in un
domani migliore nonostante la disperazione ed il malessere che regna oggi.
Preferisco
questa versione con la batteria in apertura che la precedente live del Reunion
tour . Aspettiamo che Bruce la riproponga più spesso in concerto.
Il pezzo in
cui Max e Gary sono i protagonisti ; parte ritmica iniziale devastante. Anche
se al primo ascolto non sembra, l'arrangiamento è molto curato, con 3
chitarre che si intrecciano meravigliosamente. L'andamento un po' ipnotico del
cantato ricorda vagamente Souls of the departed , ed è il giusto
supporto ad un testo che trasuda angoscia , come se da lì a poco il mondo
dovesse finire......
Molto belli i
"ricami" di Nils nella versione live.
- MARY'S
PLACE : voto 9,5
.....Ecco la
ciliegina sulla torta ! Un salto indietro di almeno 25 anni con atmosfere
festaiole e rilassate che nascondono tra le righe un velo di tristezza ma che
parlano apertamente del bisogno di fratellanza, di unione e di quanto la
musica possa esserne il filo conduttore.
L'erede
naturale, con le dovute proporzioni, di Rosalita. Stacchi perfetti ,salti di
tonalità, l'hammond di Danny, il piano di Roy, il magico sax di Clarence che
torna protagonista, l'inserimento del violino di Souzie, voce di Bruce e cori
superlativi.....che altro dire......grazie per questa chicca Bruce !
Stupenda
anche dal vivo ; grande E-Street Band !
- YOU'RE
MISSING : voto 7
Altra ballad
struggente con il violoncello come tappeto ed il piano glockenspiel di Roy a
fare ricami con un'aria dal sapore di oriente.
L'assolo di
Hammond di Danny alla fine da un bel valore aggiunto al pezzo che altrimenti
rischierebbe di essere un po' monotono.
Grande la
voce di Bruce che interpreta alla perfezione il dolore per la perdita di
una persona cara....
Buona anche
dal vivo anche se non mi fa impazzire.
Scelta
perfetta per il primo singolo. Canzone molto radiofonica ed orecchiabile. E'
la canzone che meglio rappresenta il tema dominante dell'album ; il messaggio
è molto diretto e chiaro : "Come on up for the rising !" , è il
momento della resurrezione, della rinascita, il tempo del dolore e del pianto
deve finire anche se è dura.
L'arrangiamento
è scarno , compatto e diretto come il testo. Buona scelta anche come apertura
dei concerti, anche se , come già detto, vedrei molto bene anche Lonesome
Day. Il suono diventa sempre più pieno e compatto durante l'esecuzione, e dal
vivo questo crescendo è ancora più evidente dando sfogo a tutta la potenza
di Bruce e della ESB.
.....Da
brividi ! Un testo da pelle d'oca di una profondità ed intensità che solo
Bruce sa creare. L'arrangiamento è curatissimo e raffinato con una chitarra
acustica arpeggiata in stile folk a fare da base, la slide di Nils a ricamare
insieme ai riffs di una chitarra distorta con eco e delay in sottofondo che si
inserisce a completare in maniera perfetta il trittico di chitarre.
I tappeti di
tastiere, l'iserimento della batteria suonata con le spazzole magistralmente
da Max completano l'opera , creando un'atmosfera surreale,
"paradisiaca".....commovente !
Credo che un
pezzo del genere vada ascoltato in cuffia, in assoluto silenzio, chiudendo gli
occhi immmergendosi in questa atmosfera di incredibile bellezza ; per questo
motivo penso che non sia ancora stata eseguita dal vivo. E' veramente
difficile ricreare la stessa intensità davanti ad una folla esaltata.....ma
con Bruce mai dire mai !
- MY CITY OF
RUINS : voto 7,5
La storia di
questa canzone la conosciamo tutti ; anche se Bruce la scrisse originariamente
per la sua città (Asbury) , credo che dopo la versione acustica di "Tribute
to heroes" sia diventata ufficialmente la colonna sonora di New York post
11 Settembre.
Un pezzo
gospel capace di trasmettere calore e conforto. L'arrangiamento è essenziale,
come richiedono queste canzoni, ma ben curato . La versione sul disco è molto
compatta con gli strumenti che entrano tutti insieme sin dall'inizio con
un'unica parte solista di Danny all'hammond, mentre dal vivo la prima parte
viene eseguita solo con il piano di Roy a fare da base alla voce calda di
Bruce ed ai cori magistrali della ESB. Dopo il primo ritornello (come on rise
up !) entrano l'hammond di Danny, basso e batteria che supportano i "soft
solo" di Clarence al sax e della Tyrrel al violino. La chitarra di Nils
arricchisce la base con raffinati arpeggi. La voce di Bruce nei vocalizzi
finali raggiunge tonalità molto alte ,pur essendo a fine concerto .
That's all !
(.....meno male direte voi !) . Un grande disco ! Bentornato Bruce , e grazie
ancora una volta per quello che fai ! Sicuramente qualcuno di Voi non
condividerà le mie opinioni, ma è giusto così .
Ora non mi
resta che contare i giorni che mancano al concerto...... dopo gli ascolti
delle altre date la mia voglia e impazienza sono salite a livelli incredibili
!!!
......Se
ya in Bologna my blood brothers !
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