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LOOSE ENDS - Il Forum Italiano dedicato a Bruce SpringsteenSTAY HARD, STAY HUNGRY, STAY ALIVE !! |
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Autore |
Messaggio |
zanca
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Inviato: giovedì 26 giugno 2008, 22:58 |
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Junior Member |
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Iscritto il: lunedì 17 marzo 2003, 16:14 Messaggi: 227
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summertime blues è stata menzionata come eseguita dagli who in varie occasioni.ed è verissimo.documentarsi please,prima di scrivere castronate a sfondo critica.
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davide74ge
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Inviato: giovedì 26 giugno 2008, 23:10 |
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Iscritto il: sabato 18 agosto 2007, 16:09 Messaggi: 120 LocalitĂ : Genova
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zanca ha scritto: summertime blues è stata menzionata come eseguita dagli who in varie occasioni.ed è verissimo.documentarsi please,prima di scrivere castronate a sfondo critica. Summertime Blues l'avranno eseguita in 200.000. Di solito non si dice chi ha eseguito una canzone, ma chi l'ha composta o registrata per la prima volta. In questo caso trattasi di Eddie Cochran, mito della triade rock'n'roll, insieme a Ritchie Valens (l'autore de "La bamba") e a Buddy Holly (l'autore di "Peggie Sue", uno degli inni dei rokkabilly). Tutti e tre uniti da un destino infame, ossia la morte quando erano ancora giovanissimi. Cochran morì a 22 anni. I suoi più grandi successi (suonati da migliaia di gruppi e cantanti ancora oggi) sono appunto Summertime Blues e C'mon everybody. Per sapere 'ste cose bisogna leggere, bisogna studiare e documentarsi. Quindi bisogna NON essere giornalisti.
_________________ La malizia è spesso più negli occhi di chi legge o nelle orecchie di chi ascolta, che nella mano di chi scrive o nella bocca di chi parla...
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LittleStevenMilano
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Inviato: venerdì 27 giugno 2008, 7:23 |
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Iscritto il: mercoledì 20 agosto 2003, 15:28 Messaggi: 142 Località : Somewhere around Milano
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davide74ge ha scritto: Per sapere 'ste cose bisogna leggere, bisogna studiare e documentarsi. Quindi bisogna NON essere giornalisti. guarda, non serve "studiare", i documentarsi è più che sufficinete, così come sarebbe sufficiente partire con il piede giusto cioè fare in modo che chi è pagato per "parlare o scrivere" di musica non diffonda l'ignoranza; sino a quando ascolteremo in radio gente che straparla, chi ascolta non può che supporre che le cose dette siano verosimili Leggere i booklet e quei nomi tra parentesi sotto i titoli, avere curiosità per la storia vuole anche dire scoprire le origini di molte cose, ma sino a quando nelle radio EVERYBODY NEEDS SOMEBODY è dei Blues Brothers (sigh) o KNOCKIN è dei Guns&Roses (stra sigh)....poveri noi In effetti sarebbe sufficiente per legge suprema citare "ecco a voi la bella versione di.... di questa bellissima canzone scritta da.... magari nell'anno TOT", scoprendo poi che "SE telefonando" della Mina è di Maurizio Costanzo (testi) o che STAY non è certo di Jackson Browne..... discorso lungo Volevo solo contestare lo "studiare" perchè suona diffiicle e riservato a pochi volonterosi topi della discografia, basta molto meno ps: da evidenziare però che MOLTE canzoni, soprattutto del passato, hanno autori semisconosciuti, spesso gli stessi che bazzicavano gli studios, con pezzi suonati ed eseguiti da gente come CHUCK BERRY, LITTLE RICHARD, ELVIS & soci... per non parlare delle versioni italiane anni 60 di dozzine di pezzi americani, stampati nella memoria nostra come "DATEMI UN MARTELLO" di Rita Pavone etc... e che nessuno potrà mai togliere dalla testa del bagnino di Vuiserbella convincendolo che non è sua la canzone... Ovvio che nel caso di Summertime Blues è giustissimo ricordare Eddie Cochran, autore E esecutore originale
_________________ "..there's always the chance to sing ONE MORE SONG!" http://springsteen.milano.forumfree.net/
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digital
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Inviato: venerdì 27 giugno 2008, 10:03 |
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Iscritto il: mercoledì 25 giugno 2008, 12:17 Messaggi: 13
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http://www.loschermo.it/articolo.php?idart=8905Springsteen torna a Milano. E San Siro esplode di rock Cultura e Spettacolo: Musica del 26/06/2008 di Paolo Ceragioli MILANO - Ogni volta ci si ricasca. E ancora e ancora e ancora. Brividi, lacrime, sudore e felicità . Alla faccia del limite rosso delle 23.30 per la musica a San Siro, Bruce Springsteen rifila a sessantamila fans tre ore di show, quasi come ai vecchi tempi, inchiodandoli (si fa per dire), nell’infuocato (ma sempre straordinariamente bello) stadio meneghino, fino quasi alla mezzanotte di ieri (mercoled' 25 giugno). E ora, povero sindaco Moratti, cosa dirà ai cinquanta (evidentemente molto influenti) residenti della zona che hanno presentato esposti e petizioni per limitare l'uso dello stadio ai concerti? Che le disposizioni sugli orari sarebbero state infrante si è capito subito dai venti minuti di ritardo con i quali, al suono di una vecchia pianola, Bruce e la E Street Band (ancora senza Patti Scialfa e con l’ormai definitivo nuovo ingresso di Charlie Giordano alle tastiere) si presentano sul nero palco, di nero vestiti. Il caldo è davvero soffocante (circa 30 gradi) ma Bruce provoca subito i fans, in italiano: "E’ abbastanza caldo? Si? Ne faremo di più!". One, two, three e via alle danze con "Summertime blues", standard di Eddie Cochran: entusiasmo subito a mille e tanta voglia di cantare e ballare, con la consapevolezza che la serata sarà , tanto per cambiare, assolutamente speciale. Senza respiro, la sequenza che segue: "Out in the street", "Radio nowhere", "Prove it all night" e "The promised land", quest’ultima con sfondo di cielo e nuvole in proscenio. Da questo momento Bruce inizia il suo show con le prime file: cinque pedane dal palco lo portano in mezzo alla platea e lui tocca e si fa toccare dal suo pubblico. Si sdraia, raccoglie bandiere e fogli di carta con le richieste di brani, seguendo l’usanza di questo tour 2008: un Bruce così vicino al pubblico non si vedeva da tempo. Ma prima del siparietto "Bruce on demand", ecco la sempre affascinante "Spirit in the night", dagli albori di "Greetings", introdotta dall’organo del buon Charlie Giordano (già nella Seeger Session Band e nel recente tour invernale, al posto del compianto Danny Federici), che rimane sempre un passo indietro agli altri E-Streeters, ma che dimostra buona intesa con loro. Bruce raccoglie un cappello a tesa bianco, se lo mette in testa e tra le richieste sceglie "None but the brave", non certo frequente nelle set lists, ma che risulta molto gradita ai fans. Come sempre e particolarmente in Italia, Springsteen stravolge la scaletta da lui stesso scritta pochi minuti prima dello show. Si decolla di nuovo in pathos, con la tiratissima "Candy’s room", dove Max Weinberg è monumentale alla batteria, e "Darkness on the edge of town", sempre e comunque da brividi, "must" dell’epopea della notte nella periferia di una metropoli e di una vita da perdenti che soffrono, ma che non vogliono arrendersi. Altro siparietto "on demand" e stavolta a essere scelta è "Hungry heart", che Bruce attacca con l'acustica e il coro "solo" dello stadio in visibilio. Con "Darlington county" prosegue il ballo collettivo e la scaletta torna in carreggiata. Arriva "Because the night", sempre implacabilmente meravigliosa e la mente torna davvero al 21 giugno 1985: stesso stadio, qualche anno in meno per tutti, l'entusiasmo e la gioia della prima volta in Italia. Qui, invece, un travolgente e spettacolare assolo di Nils Lofgren, contemporaneo a un interminalbile serie di giri su se stesso, scatena davvero, meritatamente, l'ennesimo boato di San Siro. Senza staccare le mani dagli strumenti si passa a "She's the one", in una delle migliori versioni degli ultimi anni (ancora ok Giordano all'organo e Bruce con l'armonica), in un crescendo irresistibile. Si scende d'intensità con "Livin' in the future" e "Mary's place", tributo (non irresistibile) alla produzione più recente, con il Boss che va a rinfrescare le prime file con una spugna imbevuta d'acqua: fisicamente integro, solo leggermente appesantito, Bruce corre meno di un tempo ma è sempre in mezzo alla gente, scendendo anche fino alle transenne laterali, mettendo così in crisi il servizio d'ordine. La scena si illumina di rosso pèr "I'm on fire" e l'atmosfera rimane rarefatta per "Racing in the street", brano suonato solo una volta in Italia da Bruce e per questo richiestissimo dai siti dei fans (che pare abbiano espressamente chiesto al nostro di inserirlo in scaletta): quella che rimane il manifesto del Bruce giovane e sognatore, che correva in auto sulle strade del New Jersey, è ancora una delle più dolci ed emozionanti storie da lui raccontate e splendidamente commentata dal piano del professor Roy Bittan. Ma la commozione dura pochi secondi, perché c'è "The rising", il canto di rabbia dell'America reale dopo l'Undici Settembre. La "volata" finale prosegue con "Last to die", tra le migliori cose di "Magic" insieme a "Long walk home", che viene subito dopo e che si avvia a diventare un super-classico di Bruce e soci. Sono passate due ore precise e la band si lancia in "Badlands": luci tutte accese e coro unico di tutto lo stadio: Big Man Clemons, fisicamente menomato dai suoi guai alle anche, soffia però ancora forte nel suo sax per la gioia dei fans. Ma tutta la band va a mille, compreso l'impeccabile e sempre defilato Gary W. Tallent al basso. Capitolo a parte, invece, per Steve Van Zandt, da sempre alter ego di Springsteen, che lo cerca continuamente, lo vuole spesso accanto al suo stesso microfono e lo spinge a parti da protagonista. La band si congeda, ma l'attesa per il bis non supera i tre minuti e alle 23 in punto parte "Girls in their summer clothes". Poi, "on demand", parte terza: spot light su uno striscione in curva, con su scritto "Detroit Medley" e via libera alla raffica di rock'n'roll puro di "Devil with the blue dress", "Good Golly miss Molly", "CC Rider" e "Jenny take a ride", un medley assente da tempo nelle setlists di Bruce. Ma la serata è speciale, per forza: luci accese e una sola voce per "Born to run", "Rosalita", "Bobby Jean" (che sia stata dedicata, stavolta, a Danny?), "Dancing in the dark" e "American land", che chiude immancabilmente ogni spettacolo del tour, con il testo che scorre alle spalle della band e il violino di Soozie Tyrell finalmente solista. Ormai la gente di Bruce è incapace di staccarsi da lui e continua con le poche forze residue (fa ancora un caldo bestiale) a saltare, ballare e cantare. Però ora sarebbe finita davvero: le 23,30 sono passate da un pezzo e la band si presenta in proscenio per i saluti... Ma lo stadio ne vuole ancora: Bruce continua ad "aizzare": "Ancora?" , "Ancora?"... "Ok, one more!". E l'ultima parola è "Twist and shout", uno standard per generazioni di rockers: Topnotes, Isley Brothers, Beatles, eccetera eccetera. San Siro esplode ancora, per l'ultima volta, prima dei mille saluti della band e con un Bruce provato ma felice, come i suoi fans: per lui l'Italia è davvero una seconda patria e non solo per le sue origini. L'orologio dice che sono le 23,50, che vogliono dire tre ore di show, quasi come nel 1985. Ma allora non c'erano la Moratti e i suoi noiosi residenti a mettere paletti. Il popolo di Springsteen sciama lentamente fuori dallo stadio e si dà appuntamento per la prossima volta... Provaci ancora, Bruce! La scaletta del concerto Summertime blues Out in the street Radio nowhere Prove it all night The promised land Spirit in the night None but the brave Candy's room Darkness on the edge of the town Hungry heart Darlington county Because the night She's the one Livin' in the future Mary's place I'm on fire Racing in the street The rising Last to die Long walk home Badlands ------------ Girls in their summer clothes Detroit medley: - Devil with the blue dress - Good golly miss Molly - See see Rider - Jenny take a ride Born to run Rosalita (Come out tonight) Bobby Jean Dancing in the dark American land -------------- Twist and shout
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digital
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Inviato: venerdì 27 giugno 2008, 11:13 |
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Iscritto il: mercoledì 25 giugno 2008, 12:17 Messaggi: 13
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http://www.rockol.it/news-95166/Bruce, Bruce, Bruce: live in Milano, 25.06.08, parte seconda Due ore e cinquanta di concerto alle spalle, Bruce e i suoi vanno via per un attimo senza parole. Hanno cominciato in anticipo per ottemperare alla orrenda pippa dell’inquinamento acustico, mancano pochi minuti alle 23.30. Ma è tutto inutile: stiamo per rientrare nel mito, stiamo per delirare ancora una volta, siamo in pieno spirito dell’85 e quel signore lassĂą – fradicio ma indomito, senza alcun rispetto per le sue corde vocali – sta per confermare il suo tocco magico. A 59 anni, tirato come un gommino, fa sentire tutti giovani e speciali. Tornano in scena e attaccano come primo bis “Girls in their summer clothes”. Subito dopo sarebbe tempo di "Born to run", ma arriva invece il "Detroit medley": “Devil with the blue dress”, “Good golly miss Molly” Âe “C. C. Rider” sono sempre il miglior party dove andare a ballare. La E Street Band, a quel punto, ha ricominciato a pulsare: il suono si fa piĂą scarno, affilato, scintillante e quei vecchi ragazzi ritrovano nel passato i loro cuori da figli di puttana, e il Boss è ancora quello in grado di farli battere, dietro i loro strumenti. Bruce e Clarence, Bruce e Steven, Bruce e Nils: i ragazzi ritornando a guardarsi negli occhi, a sorridersi, a spronarsi l'un l'altro. E' come una formazione di aerei in volo, sono di nuovo in allineamento perfetto quando parte "Born to run" e si stenta a crederlo, ma il concerto invece di finire, sembra che stia rinascendo da se stesso. “Rosalita (Come out tonight)” omaggia il cuore ritrovato della band e quello dei fans della prima ora, “Bobby Jean” suona come un commiato e commuove sempre, mentre “Dancing in the dark” riporta i presenti a quell'anno, il 1985, in cui il grande pubblico italiano fece la conoscenza con l'uomo di "Born in the U.S.A.". E' finita? Macchè. No, non ancora: finirĂ quando non ne avrĂ veramente piĂą. C'è tempo per un traditional, “American land”, il sogno americano tra le mani del suo ex- working class hero, con violinista e tributo all'eredita musicale di tutti gli immigrati irlandesi e italiani, con citazione degli Zirillis (come Adele Zirilli, quella santa donna della madre del Boss). E, questa volta, deve essere finita davvero. Macchè. Non ancora. Bruce e i suoi si sporgono sulla passerella che li porta nel cuore delle prime file, poi tornano sul palco incerti tutti, tranne uno: la Fender Telecaster lascia partire un riff di tre accordi, lo stadio sa, ed esulta subito: è “Twist and shout”, e dura da sola quasi altri dieci minuti, nel corso dei quali Springsteen ringiovanisce di 20 anni. Noi enne mila, apparentemente, siamo piĂą stanchi di lui che, per l'ennesima volta, ne ha piĂą di tutti. Di benzina, di vita, di rock'n'roll. Ma non infierisce. Gli basta averlo ricordato. Saluta, ringrazia, presenta velocemente la band cui una volta era dedicata una introduzione di 10 minuti, sorride, sorride, sorride, e va via. E' mezzanotte meno dieci, la Milano che vuole dormire insorgerĂ , il Sindaco dirĂ la sua, le AutoritĂ faranno il resto, il promoter probabilmente pagherĂ una multa. Ma ha ragione lui: il rock'n'roll, quel rock'n'roll, non si ferma, e non si può fermare. Soprattutto tre volte ogni 23 anni. Povero chi non lo capisce. (L. Bernini, G. Di Carlo)
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cioni
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Inviato: venerdì 27 giugno 2008, 22:48 |
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Loose Enders |
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Iscritto il: giovedì 24 agosto 2006, 23:29 Messaggi: 1217
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pare che max stefani abbia definito moscio bruce.
ne sapete qualcosa?
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painkiller
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Inviato: venerdì 27 giugno 2008, 22:49 |
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Iscritto il: lunedì 18 aprile 2005, 19:30 Messaggi: 379 Località : Castelnuovo Berardenga (Siena)
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cioni ha scritto: pare che max stefani abbia definito moscio bruce.
ne sapete qualcosa? Ah ecco forse era lui che gli toccava il pacco mercoledi..........
_________________ Mi devi perdonare, se penso così Tu resterai lì dove sei, Non voglio tu stia qui
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SuperPonzus
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Inviato: venerdì 27 giugno 2008, 23:25 |
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Junior Member |
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Iscritto il: sabato 5 giugno 2004, 20:44 Messaggi: 279 LocalitĂ : Io a Vicenza, la mia mente altrove
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Bello il penultimo, anche se hanno sbagliato l'ordine della scaletta...
_________________ Sometimes I wonder what I'm a gonna do, but there ain't no cure for the Summertime Blues!!!!
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davide74ge
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Inviato: lunedì 7 luglio 2008, 9:09 |
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Iscritto il: sabato 18 agosto 2007, 16:09 Messaggi: 120 LocalitĂ : Genova
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Ho trovato questa: http://www.accordo.it/articles/2008/07/ ... ncora.htmlEccessivamente retorica, secondo me. PiĂą bla bla che altro.
_________________ La malizia è spesso più negli occhi di chi legge o nelle orecchie di chi ascolta, che nella mano di chi scrive o nella bocca di chi parla...
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