lunedì 17 giugno 2019, 10:47
Buongiorno a tutti.
Non ho autorevolezza, nè conoscenze per mettermi a fare recensioni che non sono capace di fare: ho letto in questi giorni molti articoli su Western Stars, che fanno riferimento ora a questa, ora a quella come fonti di ispirazione per la musica contenuta in questo disco e confesso che gran parte mi sono ignote.
Succede, però, che poi ascolto e riascolto il disco.
E in particolare questa canzone.
E quando l'orchestra apre la sua melodia, mi sembra di vederla quella prateria: solo che non è attraversata da cavalli selvaggi, ma dai rimpianti, dalle parole non dette, dalle strette di mano mai date. Si cerca di lavorare fino a non doversene più occupare... ma poi ritornano, continuano a rincorrersi, a rincorrermi, e a sfuggirmi, inafferrabili. Come cavalli selvaggi.
E gli occhi si riempiono di lacrime.
E allora, chiamatelo rock, pop, country... chiamatelo un po' come volete.
Ma resta il fatto che questo signore di (quasi) settant'anni è riuscito - ancora! - a dare forma a una pagina del libro della mia vita, non della sua.
E non lo ringrazierò mai abbastanza per questo.
lunedì 17 giugno 2019, 15:43
il seguito di
Your own worst enemy ?
musicalmente c'e' qualcosa e pure interpretandole ...
lunedì 17 giugno 2019, 16:53
deepseadesperado ha scritto:il seguito di
Your own worst enemy ?
musicalmente c'e' qualcosa e pure interpretandole ...
questo l'ho trovato in SUndown, se senti le tastiere all'inizio dell'inciso. uguali. Va bè, poi l'inizio di Sundown e i coretti di Wayfarer nonché archi e corni sparsi sono proprio molto Love Boat