martedì 6 marzo 2012, 1:11
martedì 6 marzo 2012, 10:56
Gian ha scritto:Con un autore come Springsteen nulla nasce per caso. Non che tutto sia pianificato o pianificabile; semplicemente, i suoi dischi sono tappe di un percorso artistico definito che, in quanto tale, è possibile percorrere in senso inverso. Da Born to run in poi, i suoi album sono stati “conseguenza” l’uno dell’altro, in una sorta di dialogo, o di contrasto. La vena pop repressa in Darkness on the edge of Town esplodeva in The River; al rock roboante di Born in the U.S.A avrebbe fatto seguito lo splendidamente intimo Tunnel of Love. La moderna compressione di Magic si opponeva alla schiettezza di Devils & Dust e soprattutto di We Shall Overcome; e si potrebbe facilmente continuare.
Per cui, per introdurre degnamente Wrecking Ball può essere utile fare un passo indietro e tornare al “famigerato” Working on a dream, un lavoro che come nessun altro aveva diviso il pubblico springsteeniano. In genere, o lo si apprezza oppure lo si rigetta in blocco. La ragione di questa dicotomia, a parer mio, è facilmente comprensibile. Working on a dream rappresentava un’enorme scommessa; Springsteen che cercava di innovarsi, rinunciando ai principi cardine della sua produzione più fortunata: una trama tematica, e una certa omogenieità sonora. Nascava così un album che era un’esplorazione musicale a 360°. Un autentico carnevale pop, interpretato magistralmente, ma che che lasciava spiazzato chi cercava Bruce Springsteen, il cantautore.
Sarebbe allora comodo dire che con Wrecking Ball Springsteen torni sui suoi passi, quasi fosse conscio del “fallimento” della sua scommessa. Ecco allora un album dalle tematiche sociali esplicite come non mai, dove ogni canzone è legata a doppio filo alla precedente. In realtà credo che le cose siano più complesse. Wrecking Ball non “chiede perdono” per Working on a dream, così come The Ghost of Tom Joad non si “scusava” per Human Touch. Piuttosto, ne rappresenta un’opposizione in termini dialettici, come Born in the U.S.A si opponeva a Nebraska. Se Working on a dream presentava il “nuovo Springsteen” flirtando col pop Anni Sessanta (e non solo), Wrecking Ball “ritorna al futuro”: riesuma il folk delle Seeger Sessions per combinarlo al rap e alle percussioni elettroniche care all’hip hop. Non si limita però a questo: come lo stesso Springsteen dichiarava nella sua intervista parigina di qualche settimana fa, l’album vuole essere una panoramica su tutta la “musica sociale” americana: dalle canzoni della Guerra Civile sino ai giorni nostri. Il suo commento sul “perché” della tromba Anni Trenta in Jack of All Trades, è preziosissimo in tal senso. Al di là di questo revival, però, l’elemento decisivo è che il tutto sia combinato con un rock finalmente riuscito, pur non essendo quello della E Street Band. Già i credits chilometrici dell’album ci avevano premunito in tal senso, ma ascoltando le versioni studio dei brani già editi ci si rende facilmente conto di come siano, e debbano essere, altri musicisti ad interpretarli. Questo li rende davvero “innovativi”. Bruce ha preso ciò che era vecchio, anche in termini di repertorio, è l’ha reso “nuovo”. La stessa innovazione vale per il drumming “marziale” ed elettronico che accompagna buona parte dell’album. Non che Weinberg non sapesse suonare a quella maniera o che, analogamente, Lofgren non possa riprodurre gli assoli di Morello. Semplicemente, la presenza di altri musicisti permette di sperimentare con maggior agio. Parentesi: in una bella intervista promozionale per il Greatest Hits nel 1995, Carlo Massarini chiedeva a Springsteen “che cosa spinge un uomo a rompere una magia?”, riferendosi ovviamente allo scogliemento della E Street Band. Bruce rispondeva che dopo il Tunnel Of Love Express non sapeva come portare la band ad un livello più alto; rivendicava però, soprattutto, il desiderio di lavorare con altri musicisti per mantenere viva la propria creatività. Il risultato come sì sa, fu abbastanza deludente, soprattutto perché mancò il coraggio di sperimenare per davvero. I due album del 1992 non mostravano certo innovazioni stilisitiche che “giustificassero” l’allontanamento degli E Streetters. Per quanto Lucky Town piaccia in genere più di Human Touch, è proprio primo a deludere di più dal profilo artistico, perché sarebbe stato un perfetto album “da” E Street Band.
Con Wrecking Ball invece, Springsteen sembra aver imparato la lezione. Se la E Street Band non c’è, la sua assenza va “giustificata” dando libero sfogo all’innovazione. Ecco allora la chitarra di Morello, i samples gospel, i loops, e il contributo di Michelle Moore. É però nei dettagli che appare il lato innovativo di questo lavoro. Se sin dai primi ascolti sul web Ron Aniello è stato acclamato come il tanto atteso liberatore dalle compressioni di Brendan O’Brien, va pur detto che il tessuto sonoro Wrecking Ball è tutt’altro che elementare. Questo è evidente per il singolo We Take Care Of Our Own o per Rocky Ground, ma pure un pezzo come This Depression ha una stratificazione degna - quasi - di Oh Mercy.
É però in primo luogo la cura del dettaglio ad essere fondamentale per dare equilibrio a Wrecking Ball, rendendolo un concept album al pari dei lavori più riusciti di Springsteen.
É indubbio che We Take Care Of Our Own possa apparire “eccentrico” rispetto al resto dell’album; ed è anche probabile che la sua modernità sia funzionale - in primo luogo - alla promozione radiofonica. A livello tematico però, come Springsteen si è premurato di specificare, la canzone pone le domande cui il resto dell’album cercherà di rispondere, e che saranno raccolte da We are Alive. Nel contempo, però, i violini e la batteria elettronica anticipano quelle che saranno le peculiarità del disco. A questa ouvertune fa seguito quello che sembra un radicale cambiamento di tono: Easy Money e Shackled And Drawn, costituiscono un dittico che, è scontato ricordarlo, rimandano all’esperienza Seeger Sessions. Tuttavia ci si rende subito conto che la strumetazione non è quella volutamente conservativa di We Shall Overcome; e lo stesso vale per il mix. Tornano i violini di We Take Of Our Own, ma c’è pure una vena elettrica e un drumming che “attualizzano” il tutto. Soprattutto, sul finire di Shackled and Drawn ci si apre al gospel. É un dettaglio da nulla, ma che permette, nell’assieme dell’album, di tessere un legame ideale fra il folk post-seegeriano di questi due pezzi e la seconda a parte dell’album: con Rocky Ground e Land of Hope and dreams, in particolare. Jack Of All Trades è un altro capolavoro di mascherata compessità. L’andamento che ricorda Shenandoah, gli archi e la tromba la rendono idealmente “senza tempo”; quanto però non te l’aspetti ecco il colpo di genio: come i toni concilianti lasciano il campo a If I had me a gun, I’d find the bastards and shoot’em on sight – la frase che “spiega” a cosa alluda il titolo della canzone – ecco subentrare la chitarra “velenosa” di Morello; lì a dialogare, per contrasto, con la tromba di Curt Ramm (una rivisitazione “parodica” della simbiosi fra violini e armonica di Across the Border).
Ma la cosa notevole, a mio avviso, è che quell’assolo - tanto inusuale per la musica Springsteen - sia enfatizzato dalla “attesa” che l’album sa creare nell’ascoltatore. Non credo sia un caso che le tre canzoni precedenti spicchino per l’assenza di ogni forma di assolo, quasi a preparare il terreno per Morello. Con un pregevole numero d’eqilibrismo Death to My Hometown eredita la violenza conclusiva di Jack Of All Trades tornando, nel contempo, alle sonorità post-seegeriane di Easy Money e Shackled And Drawn. Dal canto suo This Depression, è la suite di Jack Of All Trades. Al “linguaggio delle passioni” che caratterizzava Empty Sky su The Rising, fa da controcanto un secondo assolo a-springsteeniano di Morello. Con questo pezzo, forse il più cupo mai scritto da Springsteen, l’album tocca il suo nadir ideale.
E con la title-track può infine cominciare la rinascita. Proprio Wrecking Ball è, in un certo senso, lo specchio di questo rinnovamento. Nata come canzone d’occasione per il Giants Stadium, era subito diventata “metafora” della E Street Band di fine 2009: una novella Land Of Hope And Dreams, consapevole del fatto che il passare del tempo è inesorabile anche per gli eroi. Nella versione in studio però, il senso muta radicalmente: mentre il crescendo fonde una volta per tutte lo Springsteen delle Seeger Sessions con quello delle E Street Band la metafora si amplia, per abbracciare la società: la canzone diventa un inno alla resistenza umana: se le difficoltà sono destinate a ripresentarsi, beh, tu affrontarle con la determinazione di una ruspa. Anche You’ve got it è un pezzo che dimostra quanto Wrecking Ball sia ben studiato. È una sorta di interruzione fra la prarte centrale, e quello che sarà il gran finale dell’album. Una canzone volutamente semplice e disimpegnata, come lo era Let’s be friends. Quest’ultima è spesso cosiderata fra le peggiori canzoni di Springsteen, e in molti continuano a stupirsi del fatto che sia stata inclusa su un album come The Rising. Io credo invece che la ragione sia abbastanza semplice. In un album pieno di morte e dolore, Let’s be Friends serviva a dare una boccata d’aria all’ascoltatore, esattamente a metà del dramma. Come la musica nei cinema fra il primo e il secondo tempo. Il rock blueseggiante di You’ve Got it – certo più accattivante di Let’s be Friends - è lì per lo stesso motivo. Ciononostrante, la presenza appena accennata dei fiati è sufficiente a non renderla un corpo del tutto estraneo. È poi tradizianalmente rock quanto basta per preparare al meglio la “sorpresa” di Rocky Ground. Se con i brani precedenti si modernizzava il passato e il folk, ora l’album sterza verso il gospel. Ma è un gospel del tutto insolito, ed è soprattutto lo Springsteen che non ti aspetti. Qui religione e spiritualità entrano prepotentemente in gioco, “giustificando” più avanti la splendida rivisitazione di Land Of Hope And Dreams. Al pari della title-track proprio Land Of Hope And Dreams dimostra tutta la cura del progetto Wrecking Ball. Lo confesso, dopo aver letto per la prima volta la tracklist dell’album, ho avuto il timore che Wrecking Ball più di un album fosse una raccolta di canzoni, che assemblava ciò che di valido era restato nei cassetti springsteeniani negli ultimi dieci anni. Paradossalmente, proprio la canzone più “datata” dimostra come le cose stiano in tutt’altra maniera. Al di là dell’assolo “postumo” di Clarence, Land Of Hope And Dreams è lì per reinventare se stessa. Per diventare una volta per tutte una canzone sulla trascendenza, votandosi anima e corpo alla coda mayfieldiana. Questo pone inoltre le basi per l’ultimo atto dell'album, e forse il più importante: We are alive. Questo pezzo non è un omaggio a Johnny Cash. O meglio, lo è, ma è infinitamente di più; ed enfatizzare la “parentela” con Ring Of Fire è fissare il dito che indica il cielo. Qui Springsteen tira davvero le fila di tutto l’album; dalle sonorità filo o post-seegeriane, all’impegno sociale, fino alla sua spiritualità. Compie inoltre un passo ulteriore. Parla di fede e di vita dall’Aldilà, e lo fa con un messaggio tanto macabro quanto positivo: “siamo vivi, è solo il corpo a tradirci alla fine”. Se altri morti ci avevano parlato di speranza (l’eroe di The Rising o l’annegato di Metamoros Banks) mai questa speranza era stata tanto irriverente nella sua vitalità. We are alive sembra materializzare il coro che chiudeva The Last Carnival: quell’espressione di spritualità post-mortem che, come tale, risultava ineffabile. Qui, allo stesso concetto si dà invece un corpo e una voce. Ed è forse questo il vero omaggio a Clarence Clemons.
Per farla finita, è impossibile dire che importanza avrà Wrecking Ball all’interno dell’opera springsteeniana. Di certo è un album di una complessità e di una bellezza inattesa, che dimostra una volta di più il valore artistico di Bruce Springsteen.
martedì 6 marzo 2012, 14:07
martedì 6 marzo 2012, 15:40
martedì 6 marzo 2012, 16:43
martedì 6 marzo 2012, 21:24
martedì 6 marzo 2012, 22:07
martedì 6 marzo 2012, 22:32
omar99 ha scritto:Gian, ora devi fare l'ultimo sforzo e dare il giusto significato alle bonus track
Ps quoto tutte le belle parole di Lostintheflood
martedì 6 marzo 2012, 22:47
Gian ha scritto:omar99 ha scritto:Gian, ora devi fare l'ultimo sforzo e dare il giusto significato alle bonus track
Ps quoto tutte le belle parole di Lostintheflood
Beh, delle bonus tracks avrei preferito non parlare, perché sono paradossali: Sono splendide, in perfetta armonia con l'album, ma senza di loro l'album risulta più "riuscito". Swallowed up è un altro pezzo post-seegeriano, biblico come Rocky Ground, e che riporta agli andamenti di Jack of All Trades e This Depression. Ed è poi una seconda voce dall'oltretomba dopo We are alive. Per American Land vale il discorso innovativo fatto per Wrecking Ball e Land Of Hope and Dreams. Tutto quindi è in perfetta armonia con il concept album. Il punto però è che l'album, come progetto, trova la sua conclusione ideale scon We are Alive. Un finale talmente riuscito da rendere ridondante quanto segue. Le due bonus tracks sono quindi un autentico regalo ma che "annacqua" un po', a mio parere, la conclusione del disco. Non soprende, quindi, che la versione standard dell'album o quella in vinile le ignorino.
martedì 6 marzo 2012, 23:21
omar99 ha scritto:Gian ha scritto:omar99 ha scritto:Gian, ora devi fare l'ultimo sforzo e dare il giusto significato alle bonus track
Ps quoto tutte le belle parole di Lostintheflood
Beh, delle bonus tracks avrei preferito non parlare, perché sono paradossali: Sono splendide, in perfetta armonia con l'album, ma senza di loro l'album risulta più "riuscito". Swallowed up è un altro pezzo post-seegeriano, biblico come Rocky Ground, e che riporta agli andamenti di Jack of All Trades e This Depression. Ed è poi una seconda voce dall'oltretomba dopo We are alive. Per American Land vale il discorso innovativo fatto per Wrecking Ball e Land Of Hope and Dreams. Tutto quindi è in perfetta armonia con il concept album. Il punto però è che l'album, come progetto, trova la sua conclusione ideale scon We are Alive. Un finale talmente riuscito da rendere ridondante quanto segue. Le due bonus tracks sono quindi un autentico regalo ma che "annacqua" un po', a mio parere, la conclusione del disco. Non soprende, quindi, che la versione standard dell'album o quella in vinile le ignorino.
io, American Land che chiude l'album, invece l'ha trovo geniale, come se volesse disfarsi del passato (E-Street Band) e dare inizio ad una nuova vita artistica.
martedì 6 marzo 2012, 23:46
mercoledì 7 marzo 2012, 9:43
Gian ha scritto:omar99 ha scritto:Gian, ora devi fare l'ultimo sforzo e dare il giusto significato alle bonus track
Ps quoto tutte le belle parole di Lostintheflood
Beh, delle bonus tracks avrei preferito non parlare, perché sono paradossali: Sono splendide, in perfetta armonia con l'album, ma senza di loro l'album risulta più "riuscito". Swallowed up è un altro pezzo post-seegeriano, biblico come Rocky Ground, e che riporta agli andamenti di Jack of All Trades e This Depression. Ed è poi una seconda voce dall'oltretomba dopo We are alive. Per American Land vale il discorso innovativo fatto per Wrecking Ball e Land Of Hope and Dreams. Tutto quindi è in perfetta armonia con il concept album. Il punto però è che l'album, come progetto, trova la sua conclusione ideale scon We are Alive. Un finale talmente riuscito da rendere ridondante quanto segue. Le due bonus tracks sono quindi un autentico regalo ma che "annacqua" un po', a mio parere, la conclusione del disco. Non soprende, quindi, che la versione standard dell'album o quella in vinile le ignorino.
mercoledì 7 marzo 2012, 17:05
mercoledì 7 marzo 2012, 20:27
omar99 ha scritto:Gian ha scritto:omar99 ha scritto:Gian, ora devi fare l'ultimo sforzo e dare il giusto significato alle bonus track
Ps quoto tutte le belle parole di Lostintheflood
Beh, delle bonus tracks avrei preferito non parlare, perché sono paradossali: Sono splendide, in perfetta armonia con l'album, ma senza di loro l'album risulta più "riuscito". Swallowed up è un altro pezzo post-seegeriano, biblico come Rocky Ground, e che riporta agli andamenti di Jack of All Trades e This Depression. Ed è poi una seconda voce dall'oltretomba dopo We are alive. Per American Land vale il discorso innovativo fatto per Wrecking Ball e Land Of Hope and Dreams. Tutto quindi è in perfetta armonia con il concept album. Il punto però è che l'album, come progetto, trova la sua conclusione ideale scon We are Alive. Un finale talmente riuscito da rendere ridondante quanto segue. Le due bonus tracks sono quindi un autentico regalo ma che "annacqua" un po', a mio parere, la conclusione del disco. Non soprende, quindi, che la versione standard dell'album o quella in vinile le ignorino.
io, American Land che chiude l'album, invece l'ha trovo geniale, come se volesse disfarsi del passato (E-Street Band) e dare inizio ad una nuova vita artistica.