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The Promise – Ritorno ai margini della città http://www.loose-ends.it/forum/viewtopic.php?f=79&t=43530 |
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Autore: | purplecadillac [ martedì 14 dicembre 2010, 22:12 ] |
Oggetto del messaggio: | The Promise – Ritorno ai margini della città |
Se per caso non fosse stato già fatto, segnalo un interessante articolo di un amico Bruce Springsteen e The Promise – Ritorno ai margini della città La realizzazione di Born To Run (1975) per Bruce Springsteen fu una vera impresa. Una lotta interminabile contro le aspettative che lo schiacciavano e un'ambizione che lo soffocava, contro i risultati commerciali insoddisfacenti dei due album precedenti, contro un'idea di suono tanto ben definita nella propria testa quanto difficile da afferrare. La fatica venne ripagata, e Born To Run divenne immediatamente un classico, con le copertine di Time e Newsweek pronte a mostrare all'America che il futuro del rock'n'roll era finalmente presente. Chissà che cos'ha pensato Bruce, quando si è reso conto che il disco successivo, Darkness On The Edge Of Town (1978), sarebbe stato ancora più difficile? The Promise è il doppio album che raccoglie una ventina di canzoni registrate e poi scartate nel processo che portò a Darkness, parte di un'operazione discografica che include anche un documentario – presentato da Springsteen stesso al Festival del Film di Roma – due dvd live, e l'edizione rimasterizzata dell'album originale. Darkness è un album plumbeo, maturo, accorato, dove la rassegnazione e l'accettazione della realtà incrinano definitivamente il teatrale universo urbano sognato e descritto da Springsteen nei suoi primi tre album. In The Promise ci ricordiamo di tutto quel che Bruce non poteva fare, è che ha di fatto definito per esclusione la forma di Darkness. Innanzitutto Springsteen non poteva materialmente pubblicare nuova musica, a causa della battaglia in tribunale con il suo vecchio manager Mike Appel. Il risultato furono mille canzoni e idee, accumulate per tre anni, riviste all'infinito, con diverse soluzioni provate per ogni brano. Ma Bruce, una volta superati i problemi legali, doveva essere drastico sulla scelta del materiale da proporre al pubblico. Non poteva ripetere Born To Run, perché non aveva senso ritornare su una dichiarazione tanto definitiva nei suoni e nelle tematiche: come insistere ulteriormente, dopo un disco che splendeva per chiarezza di intenti, e per il perfetto uso dei mezzi per comunicarli? Non poteva proporre un album eclettico e straripante di materiale, come sarebbe stato The River nel 1980: Bruce ancora doveva confermare la propria individualità, avrebbe solo confuso il pubblico proponendo contemporaneamente tutte le proprie facce. Non poteva inoltre adagiarsi troppo su brani old style, per non rischiare di sembrare un artista da revival (nel frattempo era esploso il punk, e i Clash avevano dichiarato addirittura “niente Elvis, niente Beatles, niente Rolling Stones”). Ecco dunque che per Darkness scelse non solo i pezzi con i temi più cupi, ma anche le versioni più crude, come testimonia la trionfale Racing In The Street in stile Born To Run che apre questa nuova raccolta, accantonata all'epoca in favore di una realizzazione nuda che calcava maggiormente la mano sul frustrato desiderio di fuga e di rivalsa. Gran parte di The Promise è dunque costituita da brani troppo solari, troppo “positivi”, o troppo debitori ai miti giovanili di Bruce – su tutti Roy Orbison – per entrare a far parte di un lavoro che voleva essere un taglio netto col passato. Probabilmente deve essere stata dura rinunciare alla sensuale perfezione pop di Because The Night, che Patti Smith avrebbe fatto entrare nella leggenda, oppure al rockabilly di Fire, pensata per Elvis e poi arrivata al successo grazie alle Pointer Sisters. Canzoni spesso spettacolari, nate dunque al momento sbagliato, inadatte a un artista che stava cercando la faccia scura del suo mondo, e allo stesso tempo non riusciva a contenere la sua esplosione creativa. Naturalmente non tutto The Promise è un capolavoro: Someday (We'll Be Together) e Save My Love (sulla quale Bruce ha effettuato molte nuove incisioni nel 2010) hanno l'aria vaga delle b-side, mentre Candy's Boy non regge il confronto con l'esaltante Candy's Room di Darkness. Ma che piacere ritrovare Springsteen che, come faceva agli esordi, si veste da Van Morrison per Ain't Good Enough For You, che bella l'esuberanza di Outside Looking In e Talk To Me, che sfizio The Little Things (My Baby Does), con Orbison riletto alla Phil Spector. E poi c'è la ballata che tutti aspettavano, quella che dà il titolo alla raccolta, e che era stata pubblicata in forma ufficiale solo in versione piano e voce, su 18 Tracks (1999). In The Promise Springsteen canta: “Mi sentivo come se stessi portando dentro gli spiriti feriti di tutti gli altri perdenti”. Si tratta della voce dell'io narrante della storia, ma restituisce bene il senso di comunione e empatia tra un cantautore rock dal talento e dalla sensibilità incredibili, e un intero mondo di anime perse nel buio ai margini della città. |
Autore: | Puckie [ martedì 14 dicembre 2010, 22:25 ] |
Oggetto del messaggio: | Re: The Promise – Ritorno ai margini della città |
Interessante..., ecco perché da BTR a Darkness son passati 3 anni..., per questioni legali! L'articolo comunque è istruttivo e piacevole. Hai fatto bene Purple a postarlo ! |
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