venerdì 24 luglio 2009, 23:52
Udine, 23 luglio.
Senza addentrarsi in considerazioni su PIT, code, scalette e altro... vi do il mio punto di vista, quello di uno che semplicemente, senza aver ascoltato una sola nota dei precedenti concerti di questo tour, è arrivato a Udine ieri, e si è piazzato nel prato, ma dietro, dove c'era più spazio, ben distanti dal famoso PIT.
Ero con miei fratelli ed i miei nipoti, 15 e 13 anni, ed altri amici: ad ogni canzone, mi domandavano "E questa come si intitola?" Io dicevo loro il titolo e loro si mettevano a saltare e a ballare. Mio nipotino, il più piccolo, a un certo punto mi fa "Ma canta Born in the USA?" e io gli rispondo "Mmmm... non penso... non la fa mai in questi concerti..." E di lì a un minuto attacca la versione più spettacolare che ricordi di questo pezzo.
Poi c'erano altri amici, che in vita loro avevano sentito sì e no due-tre canzoni di bruce, e che erano venuti esclusivamente per passare una giornata nel collio, a bere un'ombra di quello buono e a mangiarsi un po' di frico. E che alla fine, entusiasti e stravolti, mi hanno ringraziato per averli convinti ad esserci.
In realtà, ieri sera, come ogni altra sera in cui ho avuto la fortuna di vedere un concerto di Bruce, è stato come ritrovarsi con un amico, uno di quelli veri, che non ti tradiscono mai.
Se ripercorro le canzoni di ieri, in ognuna trovo qualcosa di fantastico: inutile soffermarsi su quelle ("Streets of Fire" su tutte) che segnano le serata, ma anche quelle che per chi ha già visto lo show sono "normali" diventano, per me, qualcosa di sensazionale. Outlaw Pete ha una intensità straordinaria... Johnny 99 è trascinante e divertente... 41 Shots fa venire la pelle d'oca... Be True ti fa chiudere gli occhi e pensare a quando si era più giovani...e come non cantare sul coro di The Promised Land... e come non mettersi a ballare su Summertime Blues o su American Land...
Poi guardi Bruce, lo vedi sorridere, sembra che stia guardando non un pubblico di migliaia di persone, ma proprio te... sembra che ti stia dicendo "Che ne dici? Ci stiamo divertendo?" e sembra che quel sorriso stia a sottolineare un momento in cui, tra amici, ci si capisce al volo. Con tanto di "bicerin" di grappa alla fine.
Questo è quello che rende unico ogni concerto di Bruce: la confidenza, che si crea tra ciascuna di quelle persone che sono lì tra il pubblico e lui sul palco. Quello che rende unici i gesti più consueti, che rende speciali anche i pezzi più suonati, che ti fa sentire come se ogni concerto fosse IL concerto, e non uno qualsiasi.
Ecco, questo mi passa per la testa...a 24 ore di distanza dal concerto, con la voce che ancora è persa da qualche parte nella campagna friulana ed il cuore che si muove a tempo, scandito dal ritmo di una Bobby Jean che non dovrebbe finire mai...
sabato 25 luglio 2009, 11:50